domenica 19 gennaio 2014

Posto che:
1. Essere in "profonda sintonia" con uno come Berlusconi è quantomeno preoccupante, per non dire di peggio. Io mi farei delle domande.
2. Non ho capito a che gioco stia giocando Renzi e quali siano le sue intenzioni, visto che sembra comportarsi come uno schizofrenico, facendo sgambetti a destra e a sinistra.

Mi pare imbarazzante indignarsi tanto per questo incontro, visto che Berlusconi non è diventato un farabutto solo dopo la condanna che lo ha portato fuori dal parlamento, lo era anche prima, e prima il PD ci dialogava tranquillamente, andando pure a strisciare da lui.
Senza contare che era impensabile non interloquire con la prima forza di opposizione. Renzi poteva scegliere, con più tatto, di non parlare con Berlu ma con uno dei suoi galoppini. Ma lo sappiamo che il tatto non è la sua specialità.
In secondo luogo non riesco a vedere dove sia questa "legittimazione" di Berlusconi.
Per uno come Berlusconi che per 20 anni ha fatto il bello e il cattivo tempo doversi abbassare ad entrare nella sede del PD, convocato come uno scolaretto qualsiasi nell'ufficio del preside, è uno smacco non indifferente. Dover, di fatto, prendere atto della situazione e dover accettare le proposte dell'avversario senza poter aprir bocca sulla questione è uno smacco con indifferente. Perché forse con quella infelice espressione, "profonda sintonia", Renzi ha voluto dirci che Berlusconi ha accettato le sue proposte, ed essendo con le spalle al muro era la sola cosa che poteva fare.
Ma probabilmente sbaglio. E allora Renzi ha fatto una cavolata colossale.

martedì 17 settembre 2013



Gli uomini temono il pensiero più di qualsiasi cosa al mondo, più della rovina, più della morte stessa. 
Il pensiero è rivoluzionario e terribile. 
Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli. 
Il pensiero è senza legge, indipendente dall'autorità, noncurante dell'approvata saggezza dell'età. 
Il pensiero può guardare nel fondo dell'abisso e non avere timore. 
Ma se il pensiero diventa proprietà di molti e non privilegio di pochi, dobbiamo finirla con la paura.


(Bertrand Russell)



sabato 7 settembre 2013

God bless America, e se...?

Riflettevo e mi sorgevano dubbi terribili.

E se non ci fosse altra soluzione?
E se gli Americani fossero, in un certo qual modo, "costretti" a questo intervento?
Dicevamo che dobbiamo guardare in faccia alla realtà e non lasciarci abbindolare da favolette per bambini e utopie: i discorsi sulla pace e sulla fratellanza sono solo ipocrisia. Ma andiamo oltre: troviamo il coraggio di dire che la pace assoluta non esiste. Non esistono nemmeno le soluzioni diplomatiche, soprattutto se l'interlocutore è sordo a qualsiasi dialogo.
"Quelle connerie la guerre" lo scrivono con sincerità solo i poeti.
"Costruiamo un mondo di pace" lo può dire solo il papa oggi. È il suo mestiere.
Ma purtroppo il mondo è sordo a questi appelli. È incapace di dialogare. Non vuole farlo.
E se la verità fosse semplicemente che gli Americani si stanno accollando un compito terribile, sicuramente impopolare, ma necessario?
E se il loro autoritarismo fosse inevitabile a causa del fatto che Cina e Russia stanno impedendo un intervento da parte dell'Onu, l'unico organo che dovrebbe avere l'autorità e il diritto per farlo?
Lo fanno perchè loro possono, certo. Lo fanno perchè sono potenti e non lo nascondono. Ma forse lo fanno perchè VA FATTO, perchè se nessuno intervenisse non ci sarebbe più alcun modo di controllare la violenza.
Non intervenire, non fermare un crimine, significherebbe dare il proprio silenzioso consenso a quello e ad altri crimini.
Gli americani hanno la forza e i mezzi per intervenire: da grandi poteri derivano grandi responsabilità, no? Loro hanno la terribile responsabilità di decidere se intervenire o meno.

Se per strada vi trovaste di fronte un uomo che  sta picchiando a sangue un altro, che fareste?
Chiamereste la polizia.
E se questa non intervenisse sostenendo che prima deve essere certa che questo pestaggio stia realmente avvenendo?
Interverreste voi stessi.
Ma come?
Cercando di far ragionare il picchiatore.
E se costui non vuole ragionare? Come lo fermereste?
Con la violenza. L'alternativa sarebbe restare a guardare, magari soffrendo per la sorte del pestato, ma senza poter far niente.
Ora la domanda è: quanta violenza sareste disposti a utilizzare?
Il meno possibile, lo stretto necessario per fermare il picchiatore. Ma dovreste pur sempre utilizzare la forza. E il limite non dipende da voi, ma dalla resistenza e dalla perseveranza del picchiatore. Quanto più lui resiste e continua a pestare il malcapitato di turno, tanta più violenza voi dovete utilizzare per fermarlo. Fino a dove sta alla coscienza di ciascuno deciderlo.
Il problema è solo questo: capire quanta violenza sareste disposti a utilizzare per fermare altra violenza. Perchè il mondo funziona così, non facciamoci illusioni.

sabato 31 agosto 2013

God bless America, il ritorno

E non sto dicendo: freghiamocene e guardiamoli mentre si scannano. Sto dicendo che bombardare a cazzo non è la soluzione. Sto dicendo che non c'è scritto da nessuna nessunissima parte che il compito di intervenire sia degli americani. Soprattutto sto dicendo che hanno svangato la minchia con i loro "interventi militari mirati al ristabilimento di condizioni democratiche". Non si esporta la democrazia. Non la si esporta. Altrimenti muore, non attecchisce e muore, insieme a milioni di persone. "La democrazia nasce in seno ai popoli", Che Guevara. Non sono pronti a questo? Non sono in grado di costruire da soli una democrazia? (Perchè, noi ne siamo capaci? Noi italiani tanto sviluppati e occidentali, ne siamo capaci?!). È vero. Non sanno gestire questa cosa, per ragioni culturali, religiose e anche per colpa degli occidentali.
La mia soluzione? Andiamo tutti a ripetizioni di democrazia e di civiltà dai paesi del nord europa. I libri di testo sono i classici del pensiero greco, gli illuministi francesi della rivoluzione, i leader pacifisti di mezzo mondo, i poeti romantici, i nonni partigiani, le lettere dei condannati a morte dei gulag e i riccioli di capelli dei morti nei campi di sterminio. Andiamo a scuola. Impariamo.

God bless America

Sto cercando di capire in base a quale diritto uno Stato può decidere di intervenire militarmente contro un altro Stato.
È il diritto del più forte? È questo che regola ancora il mondo? Non é cambiato proprio niente.
La Siria può aver utilizzato tutto il gas tossico che volete. Ma ciò non autorizza minimamente gli Stati Uniti a bombardare a deatra e a manca.
Non riesco a capire come si possa essere così pieni di sè da pensare di essere investiti della missione divina di liberare il mondo dai cattivi.
Soprattutto, non riesco a capire come si possa essere così sicuri di essere, sempre e comunque, i "buoni".
Beh, certo, questa malattia è universale, non ne sono affetti solo gli americani.
Ma non voglio più sentire parole di pace, basta discorsi sulla fratellanza dei popoli e sull'armonia fra le nazioni. Basta. Sono parole ipocrite, false, che rendono ancora più difficile sopportare quello che stiamo vedendo in questi giorni. Oltre il danno anche la beffa, non vi sembra un po' troppo?

martedì 16 luglio 2013

Poteri magici



Posso dormire cento giorni senza annoiarmi mai
Avere come amico solamente un bonsai
Leggere un libro e volare oltre il mare
Posso fingere di credere, fingere di amare
Saltare dieci pasti e abbuffarmi di notte
Andare avanti ogni giorno con le ossa rotte
Posso volere mille cose e non farne nessuna
Posso cercare la ragione sulla faccia scura della luna
So capire tutto o niente quasi a comando
So viaggiare nel tempo semplicemente ricordando
Posso ascoltare una canzone e non saperla cantare
Posso non saper partire e voler sempre andare
Ma il massimo potere, lasciatemelo dire,
È resistere ogni giorno, nonostante il mio fallire.

mercoledì 26 giugno 2013

"Però malgrado tutto si era stati bene assieme,
così, senza un futuro, in incertezza intenerita.
Pensavo: "Farlo o no? Parlare o no? Restare assieme e poi cambiarsi vita?

Ma se fossimo stati un' altra coppia fra le tante
avremmo trasformato tutto in quella poca gioia
o avremmo litigato per sfogare ad ogni istante l' urlare della noia?"

(Inutile, Francesco Guccini)